Le giornate dell’aviazione a Lugano, 24-25 settembre 1911
Le giornate dell’aviazione a Lugano, 24-25 settembre 1911
Più di un secolo fa, il 24-25 settembre 1911, al Campo Marzio si tennero le prime giornate dell’aviazione di Lugano. La manifestazione fu finanziata con il generoso contributo degli esercenti e dei proprietari degli alberghi luganesi. Alle giornate partecipò il celebre aviatore Georges Legagneux, all’epoca ventottenne, che si esibì su un monoplano Blériot, un velivolo con un’apertura alare di quasi 6 metri e un peso di circa 250 kg.
Ecco il programma delle giornate:
Venerdì 22 settembre dalla 1 alle 4 pom.: Allestimento ed esposizione dell’aeroplano.
Sabato 23 settembre dalle 10 alle 12 ant.: Esposizione dell’aeroplano; dalle 3 alle 6: Voli ed evoluzioni sul Campo con esercizi di slancio ed atterramento. Concerto della Civica Filarmonica di Lugano.
Domenica, 24 settembre dalle 10 alle 12 ant.: Esposizione dell’apparecchio; dalle 3 alle 6 pom.: Voli liberi d’altezza e di durata. Concerto della Civica Filarmonica di Lugano. Ore 7 pom.: Banchetto al Kursaal offerto dal Comitato a Legagneux ed alle Autorità.
Ore 8 pom.: Fuochi d’artificio ed Illuminazione. Serata di gala al Kursaal.
Je ne suis pas venu à Lugano pour me ficher à l’eau!
Il 22 settembre 1911 scriveva il “Corriere del Ticino”:
“Il sig. Legagneux, sbarbato, dal viso abbronzito ed energico, è un parigino puro sangue: simpatico e senza posa egli racconta che da cinque anni si è dato all’aviazione, dopo aver praticato con passione tutti gli altri sports, e specialmente, si capisce, l’automobilismo. […] Gradatamente il sig. Legagneux, che è nel fiore della sua fortunata carriera sportiva, è arrivato a compiere le più difficili performances, ed è così fra i tre soli aviatori che siano riusciti a compiere il record in altezza, volando ad oltre 3000 metri! È un bel rubare il mestiere alle aquile!
– E domani si volerà dunque? – Abbiamo chiesto.
– Certamente, a meno che non piova a dirotto.
– Come trova il campo di aviazione di Lugano?
– È un po’ piccolo, se si pensa alle belle spianate che offrono in generale gli altri centri di Europa: soprattutto sono da temersi per gli aviatori i fili elettrici ad alta tensione.
– E non teme di avventurarsi sopra il lago? Sa che il Comitato tiene pronti tre battellini per un eventuale salvataggio?
– Je ne suis pas venu à Lugano pour me ficher à l’eau!”
Sabato, causa il cattivo tempo, Legagneux fece unicamente un breve sorvolo della città e del lago fino a Caprino. Domenica il cielo era terso e il celebre pilota poté esibirsi in due apprezzati voli. Gli spettatori, scriveva un giornalista del “Popolo e Libertà”, “per non venir meno alle tradizioni del paese, si sono divisi subito in due partiti: quelli, diremo così, diffidenti e aspettanti, che assumevano per l’occasione la forma di punti interrogativi, e quelli ottimisti ed entusiasti che prendevano l’aspetto di tanti punti ammirativi o di esclamazione. Ma Legagneux, ancora verso le tre, stava allegramente sorbendosi il caffè (con cognac e molto zucchero) […] e la folla si andava addensando dovunque, perfino sui tetti. Su quello dell’Istituto Augustin c’era un gruppo di signore che non temevano di trovarsi a un tratto nella strada con qualche costola in meno, a favore dell’aviazione, e se la ridevano, contente di avere, come si dice, la testa per aria… In complesso: giornata riuscitissima, splendidi voli, molto entusiasmo: Legagneux fu applaudito dovunque. E gli applausi, ancora adesso, gli fanno sempre piacere; ma è probabile che gli piacciano anche quelle bagatelle che sono alcuni biglietti da mille… Perché bisogna sapere che egli è anche pratico, sebbene sia un uomo che va sempre col capo nelle nuvole…” (“Popolo e Libertà”, 25 settembre 1911).
Il giorno successivo si tenne la seconda giornata di volo: “Dopo un primo assaggio al motore, che pone in vertiginoso movimento la grande elica, l’aeroplano prende la rincorsa: scivola lesto sul terreno per una cinquantina di metri, poi si leva gradatamente – come un colossale uccello, e si allontana: tutti applaudono il dominatore dello spazio.
Legagneux descrive un largo giro sopra la città, poi si spinge verso sud, ed al di sopra del centro del golfo di Lugano si alza ad una altezza vertiginosa: egli non appare più, sull’orizzonte terso e sereno come un specchio, che come un punto nero, lo si direbbe un nibbio od un aquilotto!
Ed egli si eleva, si eleva sopra il S. Salvatore, il San Giorgio, ed il Generoso: il suo anemometro ha segnato un’altezza di 1200 metri. Poi accenna a discendere: egli si avvicina al bacino di Lugano, e si vede chiaramente lo apparecchio inclinato verso la terra; dopo vari altri giri, con un’ardita svolta che lo costringe ad inclinare in modo impressionante il monoplano, sembra che Legagneux voglia atterrare: infatti arriva ad una cinquantina di metri dal suolo col motore spento. Ma improvvisamente il motore riprende a sbuffare, e Legagneux riprende lo slancio verso il lago, rialzandosi ad alcune centinaia di metri!
Stavolta l’aviatore è di buon umore: egli ritorna infatti di lì a poco sul campo e prende terra fra gli applausi, con un maestria che strappa gli applausi!
La Civica Filarmonica, che ha prestato anche ieri un lodevole servizio, intuona la Marsigliese.
I voli sono terminati: la folla si precipita allora, non più trattenuta da nessuno, presso l’apparecchio di Legagneux.
L’aviatore è circondato, assediato di gente che lo ammira, lo felicita, lo applaude, e poi lo accompagna in improvvisato corteggio sino all’uscita del campo. Qui egli sale in un’automobile e si sottrae alle dimostrazioni.
W Legagneux!
“Un secondo volo è da Legagneux intrapreso poco dopo: è questo specialmente un saluto alla Città ed un record di audacia insieme.
Dopo essersi alquanto alzato sul Campo di aviazione, il nostro uomo dell’aria intraprende un volo plané lungo tutti i quais di Lugano: Egli si è avvicinato al Kursaal e dopo essersi abbassato con volo plané, a pochi metri sia dal pelo del lago che dalla terraferma, passa descrivendo una magnifica curva davanti alla città. mentre dalle rive, dalle case, dagli alberghi applaudono e salutano indigeni e forestieri. Legagneux, non insensibile a tale gentile manifestazione, risponde agitando la mano dal suo fatale seggiolino… Sempre applaudito poi viene a prender terra felicemente all’aerodromo” (“Corriere del Ticino”, 26 settembre 1911).
Georges Legagneux morì il 6 luglio 1914, a soli 31 anni, in un incidente aereo a Saumur, in Francia.