Giuseppe Chiattone

Chiattone (nome alla nascita)
Giuseppe
Date di esistenza
Luogo di nascita:
Lugano
Data di nascita:
21.03.1863
Luogo di morte:
Lugano
Data di morte:
3.2.1954
Attività e/o professione
Qualifica:
scultore e pittore
Nazionalità
svizzera
Biografia / Storia
Figlio ultimogenito di Andrea e di Carolina Demicheli, è fratello dello scultore Antonio e zio dell’architetto Mario Chiattone. Molto giovane si trasferisce a Torino, dove grazie alla Compagnia di Sant’Anna dei luganesi studia all’Accademia Albertina (1877-1880 o 1881) e contemporaneamente alle scuole tecniche di San Carlo, ottenendo vari riconoscimenti. Nel 1881 è a Milano, probabilmente chiamato dal fratello Antonio, dove completa gli studi all’Accademia di Brera (1881-86), esordendo nel 1883 alla mostra annuale. Rientrato a Lugano nel 1887, lavora nello studio aperto dal fratello, con il quale, nel 1892, promuove l’Esposizione permanente di belle arti. Il primo riconoscimento personale risale all’Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, dove presenta il modello in gesso L’Ange de la Foi, in seguito realizzato in bronzo per un monumento funebre a Villard-Bonnot (F), avviando un lungo rapporto con la famiglia di industriali francesi Bergès, i suoi più importanti committenti. L’anno seguente ottiene il secondo posto al concorso per il monumento a Enrico Pestalozzi a Zurigo. La Confederazione acquista nel 1899 il rilievo in bronzo L’Ave Maria (Bellinzona, Palazzo comunale) e nel 1902 gli commissiona la Stauffacherin per la sala del Consiglio nazionale nel Palazzo federale a Berna. Partecipa regolarmente a esposizioni e concorsi nazionali e internazionali. Personalità fra le più rilevanti della scena artistica cantonale fra Otto e Novecento, è membro di varie commissioni, giurie e associazioni artistiche e filantropiche, fra cui la giuria di selezione delle opere della sezione elvetica dell’Esposizione universale di Parigi del 1900 e la Commissione federale delle belle arti (1900-02). Fra il 1904 e il 1910 è impegnato nell’esecuzione del Monumento funerario Aristide e Marie Bergès nel cimitero di Tolosa. Prosegue inoltre un’intensa attività per la realizzazione di monumenti sepolcrali, nei cimiteri del Canton Ticino e della Svizzera, a cui si dedica fino ai primi anni ’40 del Novecento.

Il suo lavoro si inserisce nella tradizione monumentale ottocentesca. I suoi esordi avvengono sotto la guida del fratello Antonio e vedono la realizzazione di numerose opere funerarie e commemorative in tutto il Cantone, dove la mano di Giuseppe è attestata dalla firma «F.lli Chiattone». A questa attività affianca una produzione individuale di opere di genere, che asseconda il gusto della borghesia. Negli ultimi anni del XIX secolo, pur mantenendo stretti rapporti con il fratello, decide di seguire le proprie inclinazioni, abbandonando il gusto verista di stampo accademico che aveva caratterizzato il suo lavoro fino ad allora, per volgersi verso l'estetica simbolista che dominava la scena artistica del tempo. Matura un linguaggio personale, con evidenti riferimenti all’opera di Giovanni Segantini, in particolare nei monumenti sepolcrali realizzati nei primi del Novecento – quali il Monumento dAmbrogio (1905, Cimitero di Lugano) – che si contraddistinguono per notevoli effetti pittorici ottenuti mediante l’accostamento di diversi materiali e stilemi liberty: uno stile che farà scuola nella regione. Sul finire del primo decennio del secolo, un rinnovato trattamento dei volumi e una componente classica conducono a una nuova monumentalità – come nel Monumento Moroni-Stampa (1911, Cimitero di Lugano) – che si accompagna a suggestioni secessioniste e preraffaellite, queste ultime in particolare citate dallo stesso Chiattone fra le sue fonti d’ispirazione, insieme a Segantini, Gaetano Previati e Pierre Puvis de Chavannes. La tragedia della prima guerra mondiale gli ispira il monumento L’agonia del fiero Belgio (1915, ubicazione sconosciuta), palesando la sua natura di scultore di impegno civile. Nel 1924 vince il concorso per il Monumento alle vittime della stazione di San Paolo (Bellinzona, Piazzale Antognini). Dalla fine degli anni ’20 si dedica alla tecnica del pastello, realizzando opere riconducibili al gusto simbolista d’inizio secolo. A Lancey (Villard-Bonnot) è conservato un importante fondo documentario relativo all’artista.

Opere: Bellinzona, Palazzo Comunale (Deposito della Confederazione Svizzera, Ufficio federale della cultura); Bellinzona, Piazzale Antognini; Berna, Palazzo federale; Toulouse (F), Cimitero Terre-Cabade; Villard-Bonnot (F), Cimitero; Lugano, Cimitero comunale; Lugano, Palazzo delle Poste; Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana, Collezione Città di Lugano e Collezione Cantone Ticino.

fonte: https://www.sikart.ch/KuenstlerInnen.aspx?id=4023492 

Soggetti:

Relazioni

Opera d'arte

Persona